I CORRIDORI DEL SENZAGIRO Budapest, 8 maggio 2020 dal nostro inviato Giovanni Battistuzzi Immagine di copertina di Riccardo Guasco Quando Italo Svevo salì sul treno per tornarsene a Trieste, guardò per l’ultima volta quella parte orientale dell’Impero che l’aveva accolto per qualche mese. Non si sentì particolarmente dispiaciuto nel lasciarla. Appuntò nel suo taccuino solo tre parole: Budapest sa attendere. Non aggiunse altro. D’altra parte, quando vogliono, i triestini sanno essere essenziali, quasi ermetici. La cosa strana è che pure Ferenc Molnár, mentre ripensava alla sua città nell’appartamento d’esilio di New York, arrivò alla stessa conclusione: Budapest sa attendere. In questo caso il contesto c’è, riguarda l’occupazione nazista della capitale ungherese. Tutto è insomma molto più chiaro. Tom Dumoulin...Continue Reading
Il giorno prima del SenzaGiro Torre d’Isola, 8 maggio 2020 dal nostro inviato Claudio Gregori Il logo del SenzaGiro è di Osvaldo Casanova Il Giro d’Italia è immortale. Anche quando si ferma, è vivo, più forte di ogni ferita e di ogni bando. Questo Giro della Fantasia ne è la prova. È l’antidoto al male. La sfida della creatività al Coronavirus. Il Giro d’Italia non è solo un gioco di muscoli e di cifre. È sogno e passione. Vive anche quando il vento della corsa si placa. Fermenta. Si avvinghia all’epos. Anche quando dorme, regala il sospiro del canto. Omero non è morto con la guerra di Troia. Vive dopo tremila anni. Non ci sono più i grandi cantori come...Continue Reading