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15a tappa: Rivolto (base aerea Frecce Tricolori)-Piancavallo

«Eh… ma Pantani!»

Sorpresa sulla salita di Piancavallo: vince il cronoman Dennis

Piancavallo, 24 maggio 2020
dal nostro inviato Stefano Rizzato
illustrazione di Oscar Diodoro

 

Berto, che starebbe per Al-berto, il Pirata lo cerca da ventidue anni. Lui, che Alberto non l’ha mai chiamato nessuno, quel giorno il Pirata era riuscito a vederlo più di tutti. Trentasette secondi cronometrati, calcolati, precisi. 

Una settimana per calcolare il punto giusto. Compasso e cartina, mica Google. Cinquemilanovecentosedici metri da inizio salita. La visuale perfetta, per veder zompettare Marco da giù. E poi seguirlo verso su, lungo il zigozago della strada. Berto ancora se ne vanta: «Quel giorno – era il 30 maggio 1998 – nessuno ha visto Pantani più di me. Nemmeno Tonkov». E giù a ridere. 

Berto il Pirata lo cerca da quel giorno. Qualche volta si è illuso, gli è sembrato di vederne un riflesso. Ma oggi – 24 maggio 2020 – non è stato uno di quei giorni.

È uscita una tappa che non dice niente, non fosse che il ciclismo qualcosa dice sempre. Sulla strada per Piancavallo è finito l’enigma su Chris Froome. E la soluzione era quella ovvia: non era il suo Giro, non doveva esserlo. Ma il prossimo potrebbe essere il suo Tour, attenzione. La tappa è stata vinta dal cronoman più imbizzarrito del circo rosa: Rohan Dennis. La maglia è rimasta, a sorpresa, sulle spalle di Tim Wellens.

Già in partenza si era capito il colore della giornata. Grigio come nuvole basse dispettose. Poco tricolore, come le Frecce rimaste a terra a Rivolto. Lo spettacolo si nega al chilometro zero, ma per godere ce ne sarebbero 183 con quattro salite.

Ce ne vogliono 88 di chilometri per vedere la fuga. Prima, due ore e spiccioli di gran ritmo del trenino Ineos, che comanda come se avesse la maglia rosa, su e giù da Sella Chianzutan (quota 955 metri). Tra i parvenu di classifica si staccano Pellaud e Neilands, e fatica assai Schachmann. Tra i velocisti si ritirano Cavendish, Ackermann e Groenewegen. Tutti gli altri imprecano e si aggrappano al gruppetto.

Poi si tira verso la Forcella di Priuso. Strada stretta e umida, ma facile. C’è solo un lungo tornantone che tira all’undici, prima di una galleria. Saranno trenta metri di tunnel, ma il gruppo ci entra compatto ed esce con un uomo solo in testa. È Rohan Dennis: il cronoman deluso, uomo da doppia maglia iridata ma in questo Giro – finora – a secco.

Dennis parte senza girarsi, dalla testa. Il resto degli Ineos si mette a pizzicare le radioline. Si dice non tutte parole gentili.

Tempo un paio di curve in discesa e si risale: a inizio della salita verso Passo Rest su Dennis si portano De La Cruz, Tolhoek, Warbasse e Caicedo. In gruppo si ridacchia dello scompiglio nel team Ineos, ma senza approfittarne. Nulla si muove fino a scollinare (quota 1060) e poi anche sulla salita di Pala Barzana. Si arriva a Montereale Valcellina – ai meno 28 – con i cinque in testa in vantaggio di 11 minuti e 26 secondi. 

Dopo tre colli scalati invano, non rimane che Piancavallo. Uno dei più belli del Giro: duro duro per i primi sei chilometri, duretto per i successivi cinque, più abbordabile negli ultimi tre e mezzo. Tradotto: se vuoi attaccare, devi farlo presto. Senza aspettare.

È così che Marco Pantani iniziò qui a far saltare il Giro del 1998. Altri tempi. Lo sa anche Berto-Alberto, che per godersi il finale di tappa ha scelto lo stesso identico punto di quel giorno. Giusto in fondo al tratto più duro. 

Quando per primi gli passano davanti uno in maglia dell’Ecuador e un cronoman in posizione aero, Berto quasi non ci crede. Dopo sei chilometri di ascesa Caicedo e Dennis hanno da tempo lasciato la compagnia degli altri tre fuggitivi. Ma la sorpresa è quello che accade dietro. Cioè poco, quasi nulla. 

Il ritmo lo detta l’Astana, ma non ci sono strappi. Il gruppo si riduce a 23 corridori e include ancora la maglia rosa Wellens, che alla partenza tutti davamo per spacciato. Dumoulin marca Nibali che marca Froome che marca Fuglsang. Dei big perde contatto solo Schachmann. 

Poco oltre metà salita si muove Caruso, che parte secco in un tratto al 10 per cento. Di lì al traguardo c’è poca pendenza, poca strada per fare la storia. Ma il suo allungo cambia comunque quella del Giro. 

Perché proprio ora entra in crisi Chris Froome. Una crisi mesta, verticale, quando non te lo aspetteresti più. È lo scotto del lungo stop e di un Giro scelto all’ultimo. Froome potrebbe abbandonarlo nel giorno di riposo, mirando verso il Tour. Qualcuno sostiene che fosse questo il piano, fin dall’inizio. 

All’arrivo il britannico perderà quasi sette minuti sui diretti avversari, che ora fanno sul serio e forse si pentono per non aver osato prima. Poco dietro un brillante Caruso, fa il forcing Ciccone e con lui restano Nibali, Carapaz, Fuglsang, Bardet, Dumoulin e Bilbao, in rigoroso ordine di tonicità apparente. Poco dietro c’è un altro drappello con la maglia rosa Wellens insieme a Cattaneo ed Evenepoel, più Kelderman, Pozzovivo, Mader, Betancur, Majka e Zakarin. 

Davanti il duello tra Dennis e Caicedo passa a lungo in secondo piano, ma è avvincente. L’ecuadoriano viene dal Carchi come la maglia rosa uscente Carapaz, e pure lui di mestiere fa lo scalatore. Prova e riprova a lasciare per strada Dennis, che però non fa una piega. Anzi. L’australiano usa l’ultimo tornante come trampolino, anticipa la volata ai meno 800 e tira dritto. Un cronoman trionfa a Piancavallo. E senza nemmeno esultare, vallo tu a capire se per rispetto o dispetto verso chi sta in ammiraglia.

Caicedo sfila 12 secondi troppo tardi, e lui sì ha una faccia che dice tutto. Dietro è Caruso a guadagnare abbuono più 34 secondi agli altri favoriti. Il gruppo Nibali-Dumoulin finisce a 2’53’’ da Dennis, quello Wellens-Betancur a 4’03’’. Il belga della Lotto Soudal salva la maglia rosa per otto secondi su Bilbao: servirà la terza settimana – e più convinzione – per ristabilire le gerarchie che la logica vorrebbe.

A Berto questi calcoli non è che non riescano bene. È che proprio non lo appassionano. Mentre Wellens prende maglia e baci sul podio, lui è già che cammina verso casa, in mezzo alla gente del Giro che mormora di insoddisfazione. «Eh, ma Pantani». «Eh».

 


Ascolta Matilde Buzzoni che legge il racconto della quindicesima tappa

 


Classifiche

Ordine d’arrivo tappa 15

1Rohan Dennis 
2Jonathan Caicedoa 12"
3Damiano Carusoa 02’19"
4Pello Bilbaoa 02’53"
5Romain Bardetst
6Richard Carapazst
7Jakob Fuglsangst
8Giulio Cicconest
9Vincenzo Nibalist
10Tom Dumoulinst
Mattia Cattaneoa 04’03"
Remco Evenepoelst
Carlos Alberto Betancurst
Gino Mäderst
Domenico Pozzovivost
Tim Wellensst
Il'nur Zakarinst
Wilko Keldermanst
Miguel Ángel Lópeza 04’59"
Simon Yatesa 05’16"
Davide Formoloa 05’27
Tejay Van Garderena 07’15"
Chris Froomea 09’47"

Classifica Generale tappa 15

1Tim Wellens 
2Pello Bilbaoa 08“
3Carlos Alberto Betancura 02’43“
4Rohan Dennisa 05’45"
5Gino Mädera 05‘48“
6Vincenzo Nibalia 06’04”
7Damiano Carusoa 06’15”
8Tom Dumoulina 06’36”
9Jakob Fuglsanga 07’02”
10Giulio Cicconea 07’10”
Remco Evenepoela 07’17”
Mattia Cattaneoa 07’49”
Wilko Keldermana 08’00"
Richard Carapaza 08’02"
Domenico Pozzovivoa 08’32"
Il'nur Zakarina 08’33"
Romain Bardeta 09’05"
Simon Yatesa 09’56"
Miguel Ángel Lópeza 10’06"
Davide Formoloa 10’28"
Tejay Van Garderena 11’12"
Chris Froomea 13’53”

Maglie tappa 15

Maglia Rosa:Tim Wellens
Maglia Ciclamino:Elia Viviani
Maglia Bianca:Gino Mäder
Maglia Azzurra:Krists Neilands

 

 

13 Responses
  1. Bella al cronaca. Da siciliano posso dire che è raccontata quasi alla perfezione. Nota per la redazione è Casteltermini e non Castel Termini.
    Oggi mi è piaciuta anche la versione audio complimenti!

  2. Fabrizio Canesi

    Splendida idea questo Senzagiro: mi sto gustando giorno per giorno le cronache.
    Bravissimi, e grazie per la compagnia che ci tenete!

  3. Manuel

    Speravo in una vittoria di Ciccone, ma non mi aspettavo già alla quinta tappa (una signora tappa). Grazie!
    Questo SenzaGiro mi emoziona quasi quanto un Giro vero, non è una cosa da poco. Complimenti a tutti. Ideatori del sito, inviati e illustratori. Bravi bravi bravi!

  4. Mike Bike

    La gente a bordo strada, protagonista della tappa…quanto mi manca…Supremo l’hai evidenziata bene con due pennellate precise

  5. Manuel

    Grande Cimolai!!! Una vittoria “virtuale” per un grande atleta che meriterebbe di sicuro una vittoria “reale” al Giro.
    Grazie per la bella cronaca. L’Italia è un luogo meraviglioso e sicuramente la Puglia è una delle regioni che meglio rappresentano il nostro Belpaese.

    1. Manuel

      Chissà quanto si è arrabbiato inizialmente Nibali vedendo il proprio scudiero scappare via in una fuga poco sensata, ma Giulio Ciccone è uno spirito libero e per di più oggi era a casa sua. Credo che lo Squalo abbia alla fine capito quanto questa tappa fosse importante per l’abruzzese e me lo immagino a consolarlo sul pullman della Trek dopo la fine della gara.

  6. canepari

    Interessante questo Gino Mader…..Ce lo ricordiamo al Tour de l’Avenir. E’ maturato ma adesso vedremo fino a che punto sarà in grado di fare classifica.

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