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Izoard

Izoard

di Albano Marcarini

Dei due, il versante sud dell’Izoard è il più impegnativo. La pendenza media è del 7.2%, con una punta del 14%, contro i 5.9% e una punta del 9.9% del versante nord. Fissiamo la partenza al bivio di L’Esteyre (alt. 1353), dove dalla strada del valico (D 902), distante 14.2 km, si stacca la diramazione (D 947) per il Queyras. D’impeto si guadagna la soglia del vallone d’Arvieux, ma è bene non forzare. La segnaletica informa, ogni chilometro, delle pendenze da affrontare. Si risale il versante fra prati e macchie di bosco. Superati i 1400 metri d’altezza e raggiunte le poche case di La Cassière, si ha un momento di respiro: un rettifilo pianeggiante inquadra la chiesa e il poderoso campanile di Arvieux, capoluogo della vallata, dove troverete una fontana e un’accogliente pasticceria.

Da notare, se si vuole vestire l’abito del turista, la chiesa del XVI sec. con il portale scolpito, e il tempio protestante. Nel passaggio fra le case di Arvieux la strada s’impenna di nuovo e tocca livelli vicini al 7-8%. Il tracciato non aiuta poiché ha faticosi rettifili tagliati nei prati con pochi riferimenti. Brunissard (alt. 1755) è l’ultimo villaggio. Ha un curioso campanile in legno e case di antica data, non tutte sopravvissute a incendi e valanghe. Lambito l’abitato si giunge al piede della montagna che sbarra la vallata. Dopo una curva verso destra, la D 902 inanella sette duri tornanti con la sola attenuante dell’ombra fornita dal Bois Noir. Qui si fa sul serio: pendenze mai inferiori all’8%, spesso vicine al 10%.

Sono circa 5 km di sforzo che portano a una prima sommità: il Col de la Plâtrière (alt. 2212), belvedere sulla Casse-Dèserte, la gigantesca pietraia, costellata di picchi e guglie rocciose, entro cui sfila la strada. Se non ci si preoccupa della prestazione sportiva, è bello fermarsi ad ammirare un paesaggio unico nel suo genere. Nella Casse ci attende una lieve contropendenza che trova fine poco prima dello spuntone di roccia dove sono immorsate le targhe a ricordo di Fausto Coppi e di Louison Bobet, che qui diedero sfoggio di bravura.

Affrontato il picco del 14% su un tratto di una cinquantina di metri si affaccia alla vista la soglia del colle. Mancano 2 km che si affrontano su un pendio spoglio dove si disegnano gli ultimi tre tornanti (10%) e la curva che immette al pianoro del Col d’Izoard (alt. 2360). Qui svetta la stele che ricorda i costruttori della strada nel 1897 e l’inserimento nella Route des Alpes, da Evian a Nizza. 

Per un ristoro c’è una buvette, ma è meglio scendere un paio di tornanti sull’altro versante per trovare il Refuge Napoléon, uno degli otto patrocinati dall’imperatore per riconoscenza durante il suo rientro in Francia dopo l’esilio all’isola d’Elba.

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