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Piancavallo

Piancavallo

di Albano Marcarini

 

La salita al Piancavallo viene alla fine di una tappa da quattro stellette, decisamente impegnativa. Prima di arrivare al traguardo, posto a 1290 m., fra i complessi edilizi di una delle prime stazioni sciistiche friulane di nuova generazione, i concorrenti dovranno affrontare la Sella Chianzutan (alt. 955), la Forcella di Monte Rest (alt. 1060), la Forcella di Priuso (alt. 664) e la Forcella di Pala Barzana (alt. 840). Dopo 168 km di corsa, ad Aviano, inizia la rampa finale sul balcone prealpino a dominio della pianura friulana.        

Alla salita di Piancavallo è stato assegnato il titolo di Montagna Pantani, in ricordo del “Pirata” che nella 14ma tappa del Giro 1998, da Schio a Piancavallo, staccò gli avversari e, in particolare Alex Zülle e Pavel Tonkov, concorrenti alla maglia rosa. Vinse la tappa, come usava, in solitaria.

foto di Roberto Fregonese

Misurata dal bivio con la SP 29, l’ascesa ha una lunghezza di 14,5 km, un dislivello di 1331 metri e una pendenza media del 7.8%, da non sottovalutare. I tratti più impegnativi iniziano già dopo il primo chilometro e su valori molto vicini al 10%. Dare tutto subito, si potrebbe pagare dopo. Il saggio cicloturista, che vorrà portarsi in quota per gustarsi al passaggio i suoi beniamini, qui dovrà economizzare gli sforzi e dare tutto alla fine, negli ultimi 4 km, quando l’acclività diminuisce (6.3% in media) e si potranno scalare diverse corone sul pignone posteriore. Come inizio un ciclista allenato può adottare un 34 x 26/28 ma certamente i “girini”, almeno quelli che aspirano alla vittoria, andranno su ancora più duri.

Ma procediamo con ordine. La Provinciale 29 ‘Pedemontana’ sfila sopra le case di Aviano. Al cippo del km 14/VI si stacca verso monte la strada consortile per Piancavallo. Un cartello indica l’assenza di distributori di benzina: raccomandazione utile ma superflua per un ciclista che il carburante dovrebbe averlo nelle gambe! La strada, a una corsia per senso di marcia, mostra subito la sua aggressività; ci sono lunghi traversoni che non confortano il morale. Agli spiriti sensibili al bello allevia semmai il panorama sulla pianura friulana, sui “magredi” della Meduna e del Tagliamento. A ogni modo, per almeno 6 km, non si scenderà mai sotto l’8%, con una spunta, al km 5.4, del 14%! Poco prima del km 4 iniziano i tornanti della sezione mediana della salita, la più impegnativa. Non c’è ombra. Le scarpate mostrano una scorza di calcare biancastro, altrimenti rivestita da una boscaglia secca e cedua. Bello l’ottavo tornante, al km 6, sospeso sulla pianura con orizzonti profondissimi, fino alle Prealpi Giulie. 

A quota 780, dopo il picco di massima pendenza, s’incontra il Rifugio Bornass, ideale pausa per chi ha intenzioni diverse dal vincere la tappa. Poco dopo il km 10, su un versante spoglio, si giunge al bivio con le “antenne”, come vengono familiarmente chiamate dai ciclisti locali. È un punto decisivo poiché ora la strada, per circa 1.5 km, consente di riprendere fiato e forze. L’ultimo tratto, dove si torna su valori del 6-7%, si protende nella Valle della Stua in un paesaggio alpestre, nel bosco di faggi. Due ultimi tornanti annunciano l’ingresso a Piancavallo (alt. 1290), “cittadella della neve“ creata dal nulla nell’ultimo quarto del secolo scorso.

 

 

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