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Kreimer lo zen

A cura di Fernanda Pessolano, Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza

«La bicicletta risveglia il ricordo di sensazioni dimenticate da qualche parte nel proprio corpo» (pag. 27).

«Ogni bicicletta ha una personalità ed è l’oggetto di un culto privato». «C’è uno spirito eroico che vive nel ciclista urbano, un Davide che rischia la vita passando tra i Golia». «Davanti all’immagine di una bicicletta un adulto, anche se non è un ciclista, si concede un sogno fugace e coltiva un desiderio latente simile alla fantasia di volare». «La bicicletta è un piacere solitario perché quasi nessuno parla mentre pedala». «Essere da soli non significa esere isolati, ma stare con se stessi». «Chi stai salutando? Quei ciclisti. Li conosci? No». «Lo Zen, come la bicicletta, non è un metodo, non è un dogma, non è una religione, ma un modo di affrontare la vita».

Non c’è una pagina, in “Bici Zen” (di Juan Carlos Kreimer, Utet, 160 pagine, 12 euro), che non valga una lettura, un pensiero, una riflessione, una meditazione.

 

 

 

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