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Fossati il giornalista

A cura di Fernanda Pessolano, Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza

«Il bravo giornalista è quello che scrive la verità» (pag. 105).

Scriveva di sport, dall’alpinismo all’automobilismo. Amava il ciclismo e il pugilato, che definiva “sport poveri per poveri. Frequentava anche i cavalli nel senso dell’ippica, e spiegava che “fanno diventare poveri”, nel senso delle scommesse. Di Monza, del 1922, era collega e amico di Gianni Brera, che lo chiamava “il Generale”. Era un perfezionista, onesto e modesto. Lavorò per “La Gazzetta dello Sport” dal 1945 al 1956, per il “Giorno” dal 1956 al 1982 e per “la Repubblica” dal 1982 al 2010.

Un campione di giornalismo, quando il giornalismo era scarpinare, guardare, chiedere, insomma esserci, uomini da strada e da marciapiedi. Enrico Currò, giornalista alla “Repubblica”, ne ha fatto prima una tesi di laurea, poi un libro, “Mario Fossati – la storia del giornalismo sportivo in Italia (1945-2010)” (Bolis, 414, 22 euro).

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