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Telleri il Bottecchia

A cura di Fernanda Pessolano, Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza

«Bisogna stare attenti perché le ruote delle biciclette sono tenere, sono di carne, e si rompono subito» (pag. 29).

La sua vita fu breve, la sua carriera valorosa, la morte misteriosa. Ottavio Bottecchia era un muratore, diventò un campione. Secondo al Tour de France del 1923, primo in quelli del 1924 e 1925, ritirato nel 1926, assassinato (questa la tesi più credibile) nel 1927. Andrea Telleri ha scritto l’introvabile “O B” (Lo specchio oscuro, 72 pagine, un’edizione stampata nel 1991 in 400 copie numerate più altre 30 fuori commercio).

È un romanzo folgorante, ispirato, poetico. Frasi brevi, dialoghi secchi, parole calibrate. Per esempio: «Suo padre non voleva che Ottavio si comperasse una bicicletta. Con quella si esce di casa, si oltrepassa la soglia come uno spergiuro con il cappello in testa ed ogni ritorno è una bugia, un tradimento». La bibliografia su Bottecchia è ricca, fra tutti: Claudio Gregori, “Il corno di Orlando” (66thand2nd).

 

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