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Marco Ballestracci

Eddy Merckx piange su un letto. Sergio Zavoli, agitando il microfono e con una voce fastidiosissima, gli chiede: «Cosa ci dice signor Merckx, lei che ha sempre detto di non aver mai fatto uso di eccitanti, cosa ci dice adesso che anche le controanalisi sono positive?». È il mio primo ricordo netto del Giro d’Italia. Merckx risponderà alla domanda il mese successivo, vincendo 6 tappe del Tour, vestendo la maglia gialla per 15 giorni, vincendo tutte le classifiche a punti e staccando il secondo in classifica generale, Roger Pingeon, di 18 minuti e Gimondi di quasi mezz’ora. È la ragione per cui mi piace così tanto il ciclismo e ne scrivo volentieri.

Marco Ballestracci, classe 1962, è stato musicista di blues e giornalista, adesso è più che altro scrittore e performer. Per ciò che riguarda il ciclismo ha scritto: L’ombra del Cannibale (Instar Libri, 2009), Imerio. Romanzo di dannate fatiche (Instar Libri, 2012), Il dio della bicicletta (Instar Libri, 2014), 1961. L’anno in cui vinse il fantasma di Coppi (Ediciclo Editore, 2018) ed è incluso nell’antologia Hai voluto la bicicletta (Sellerio, 2015). Dal 2011 porta in scena Storia di gambe. Lo spettacolo del ciclismo e altre pièces derivate dai suoi libri: Lo spettacolo di Imerio e Dietro Fausto. Ha vinto il Premio Selezione Bancarella Sport nel 2009 e nel 2012, il Premio Memo Geremia-CONI nel 2016.