Le grandi corse a tappe sono un mistero glorioso a cui mi accosto deferente. Ammetto che non capisco ma so che è colpa mia, come di fronte al jazz o ai Genesis. Poi però penso al fascino della maglia rosa o di quella a pois, alla zia di Pinerolo e alla trattoria “al Curvone” (permettete? Il ragionier Colzi), a Pozzi e Girardoux, alle biglie in spiaggia, allo scatto di Bitossi e Baronchelli nel deserto di Marrakech Express, a Paolo Conte e i francesi che si incazzano, agli Style Council in My ever changing moods, ai modi di dire di mia nonna («Dove còrito? Te pari Gimondi!»), all’epica dei racconti dei nostri padri giovani in gita in montagna per vedere il Giro, e mi rendo conto che il ciclismo mi è più vicino di quanto io creda.
Osvaldo Casanova, vicentino di Lonigo, disegna e insegna grafica e storia della pubblicità. Ha lavorato per giornali, riviste e libri nazionali e internazionali (“Il Foglio”, “Sport Tribune”, “Soccer Illustrated”, Hoepli Editore, Newton and Compton), per numerose aziende, alcune delle quali sportive (Selle Royal, Kinder+Sport, Segafredo, LeCoq Sportif/ACF Fiorentina, Dainese, Adidas Football, Puma Football/Leicester City FC). Ha realizzato manifesti per eventi (L’Eroica, Busseto Festival Guareschi, MilanoCalcioCity, Overtime Festival, 11mm Berlin FussballFilmFestival, Shoot – Copenhagen Football Festival) e ha fatto mostre in giro per l’Italia e per il mondo. Ama i Clash, le birre inglesi e il Lanerossi Vicenza. Il suo sito web è www.thankyoufortheroses.com. Osvaldo Casanova ha disegnato il logo di SenzaGiro.