A cura di Fabrizio Milanesi
La pianura solcata dal greto del Tagliamento è il nocciolo duro del Friuli ed è anche la rampa di partenza per una tappa che decolla e atterra senza interruzioni, emulando le evoluzioni delle Frecce Tricolori che salutano la partenza del gruppo da Codroipo. Nella campagna arriva una sorpresa. Oltrepassati Bertiolo e Lonca, appare il complesso di Villa Manin, dimora voluta dalla potente famiglia che diede a Venezia l’ultimo dei Dogi, Ludovico.
Si lasciano le armonie settecentesche per infilare “la tete dans le guidon” e si allunga per l’approdo in una delle terre del ciclismo italiano, la Carnia, complice l’epico Zoncolan e la vita a pedali del muratore del Friuli, Ottavio Bottecchia. A lui è dedicato Monumento di Bottecchia a Peonis di Trasaghis, nei pressi del Tagliamento.
Il primo Gpm è la Sella Chianzutan. Dopo aver guadagnato il passo a 955 m. slm si scolina scivolando verso il Tagliamento a Tolmezzo, capoluogo storico della Carnia, dove si incrociano lingue antiche e le strade per il Cadore, l’Austria e la pianura. Nemmeno si tira il fiato e si prosegue verso la Forcella di Monte Rest. Dai 1060 metri del passo si scende verso un paesaggio in tinte verdi e blu. Siamo in Val Tramontina, terra di “stagnini”, segnata dal corso del Meduna. Qui nel 1951 una diga ha formato il lago di Redona, o di Tramonti, primo dei tre grandi laghi artificiali che la occupano; gli altri due, riempiti nel 1964, sono quelli di Cà Selva e di Cà Zul.
Ancora 40 chilometri per salire sulla Forcella di Pala Balzana, sfiorare l’imbocco della Val Cellina e tornare a sud. Prima del finale di giornata sulle pendenze del Piancavallo, godiamoci Maniago. La Bandiera Arancione del Touring Club Italiano certifica una cittadina da scoprire nel suo patrimonio architettonico (Piazza Italia, il Duomo, Palazzo Attimis e il Castello) e nel suo artigianato. Maniago è famosa nel mondo per i suoi oggetti da taglio, tradizione che risale al 1453.
Nel cuore della piatta campagna friulana, appare come d’incanto uno scenario nelle sembianze di una fantastica quinta teatrale. Oltrepassati Bertiolo e Lonca si entra nel cuore del complesso di villa Manin, attorno alla quale si raccoglie il piccolo abitato di Passariano, nel comune di Codroipo. La splendida dimora fu costruita a partire dalla metà del Seicento, trasformando un edificio già esistente, dalla ricca e potente famiglia Manin, che espresse con Ludovico l’ultimo doge della Serenissima. Quando venne eletto, il 6 maggio 1789, si dice che a Venezia così commentassero la notizia: «I gà fato doxe un furlan. La Republica xe morta». Presso villa Manin l’Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale promuove iniziative per la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico, organizza mostre, eventi e concerti.
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