A cura di Michele Lauro
Piccolo centro fortificato, Giovinazzo in Terra di Bari è il punto di partenza di una tappa tutta costiera. Tenendo il mare sulla destra sempre a portata di sguardo, la Statale 16 inanella quattro popolosi agglomerati densi di storia e cattedrali modellate nella pietra: Molfetta, Bisceglie, Trani, Barletta. Anche nella rigogliosa campagna la pietra rimane protagonista, nei dolmen preistorici, nelle torri di avvistamento, nei muretti a secco che delimitano gli uliveti e le distese di ciliegi e mandorli. Oltrepassato il fiume Ofanto il tracciato attraversa le saline di Margherita di Savoia, con le vasche sorvegliate dalle grandi stazioni idrovore, quindi entra nel foggiano a Zapponeta, estremità meridionale del Golfo di Manfredonia. La costa garganica inizia dal lido di Siponto, dopo che la provinciale ha lasciato intravedere le sobrie fattezze romaniche della basilica di S. Maria Maggiore di Siponto.
Dal porto di Manfredonia la risalita dello sperone diventa uno scenario struggente a ogni curva che porta in vetta al Monte Sant’Angelo, sede del Parco Nazionale del Gargano, e poi scende a Mattinata, unico paese della Puglia adriatica affacciato a sud, protetto dai venti di tramontana. Tra Mattinata e Vieste il saliscendi a strapiombo sul mare regala altre vedute da cartolina: le rocce calcaree precipitano in verticale nell’acqua dai riflessi smeraldini, sormontate da pini d’Aleppo e macchia mediterranea. Qua e là si scorgono i trabucchi appollaiati sugli scogli, alcuni trasformati in ristoranti. L’arrivo a Vieste si conclude con un circuito di circa 13 km fatto di brevi strappi in prossimità del castello svevo, nella parte alta del promontorio.
Popoloso borgo con un bel centro storico condensato presso il mare, è celebre per la sua Cattedrale, gioiello del romanico pugliese. Si staglia sul promontorio del primo insediamento cittadino, rivolgendo il fronte al vicino castello e le tre absidi semicircolari al porto secondo una tradizione diffusa lungo tutto l’Adriatico, Dalmazia compresa. Iniziata alla fine dell’XI secolo inglobando tre chiese sovrapposte, ha una maestosa facciata preceduta da una scalinata a doppia rampa che converge al portale di accesso, gremito negli stipiti e nell’archivolto di figure simboliche e umane. La nuda, altissima navata coperta a capriate è suggestivamente illuminata al tramonto dai raggi del sole che penetrano attraverso il grande rosone.
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