La stagione del ciclismo è cominciata davvero. Le classiche di primavera sono tracimate in estate e sabato sarà l’ora del Tour de France. Il ciclismo torna reale, torna nelle strade e tutti riprendono a pedalare. Anche noi, che nella silenziosa primavera abbiamo pedalato con l’immaginazione. Il ciclismo che c’è ci piace sicuramente di più del ciclismo che non c’è, che siamo stati costretti ad immaginare per sopperire a questa mancanza, e così in queste settimane abbiamo ripreso il nostro posto chi sul divano e chi al computer, chi a guardare le corse e chi a raccontarle per parole e immagini. Scopriremo ad ottobre quanto del Giro si avvicinerà al frutto delle nostre fantasie, ma sappiamo sin da ora che del...Continue Reading
«La parola giusta non è rivincita, vorrei solo tornare a finire il lavoro». Era dal giugno del 2018 che Simon Yates spiegava così il suo rapporto con il Giro. La sua grande corsa a tappe preferita («Non ha nulla a che vedere con le altre due: tutto ciò che si muove dietro la gara, dai tifosi agli organizzatori, è pure passione, e un corridore se ne accorge»), ma anche la gara della sconfitta più bruciante di una carriera che, con 28 anni da compiere, è ancora nella sua parabola ascendente. Due anni fa Yates aveva dominato il Giro in lungo in largo per poi crollare a un passo dal trionfo. Si era gustato l’ambiente e le vittorie parziali, aveva fatto...Continue Reading
Ventitré centesimi Budapest, 9 maggio 2020 dal nostro inviato Marco Pastonesi illustrazione di Federico Tram Tramonte Ventitré centesimi di secondo. Niente. Eppure è la differenza che c’è tra ricordare e rimpiangere, celebrare e maledire, festeggiare e spiegare, entrare nella storia e uscire dalla geografia, insomma tra vincere e perdere. Perché sarà anche vero che nel ciclismo uno solo vince ma nessuno perde, ma è ancora più vero che quando si accarezza la vittoria per ventitré centesimi di secondo – diciamo la verità: neanche un battito di ciglia – quella la si vive come una sconfitta, perfino insopportabile. Stavolta Vincenzo Nibali ha festeggiato e Tom Dumoulin ha spiegato. Gli 8 km e 600 m nel cuore di Pest e poi in...Continue Reading