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21
Mag

12a tappa: Cesenatico-Cesenatico

«Una volta non era così» Cesenatico, giovedì 21 maggio 2020 dal nostro inviato Filip J Cauz illustrazione di Francesco Chiacchio «Una volta non era così». Loris pronuncia la frase senza voltarsi. Appoggia le parole di colpo sul bancone, rompendo il silenzio, fin allora imperturbabile, di una partita di Maraffone. Il Bar Piazza si è di colpo affollato di figure bagnate e bestemmianti: ragazzi della carovana, lavoratori del Giro, giornalisti, autisti… tutti uniti dalla fuga, via dalla corsa. Troppa pioggia, improvvisa.  «Un’era acsé una vòlta», dice Loris, un dedalo di capillari sul naso e due occhi azzurri tremolanti che contano i tanti giorni del calendario visti volare via dallo stesso tavolo, con gli stessi compagni di gioco, lo stesso mazzo di carte...
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09
Mag

1a tappa: Budapest-Budapest (cronometro individuale)

Ventitré centesimi Budapest, 9 maggio 2020 dal nostro inviato Marco Pastonesi illustrazione di Federico Tram Tramonte Ventitré centesimi di secondo. Niente. Eppure è la differenza che c’è tra ricordare e rimpiangere, celebrare e maledire, festeggiare e spiegare, entrare nella storia e uscire dalla geografia, insomma tra vincere e perdere. Perché sarà anche vero che nel ciclismo uno solo vince ma nessuno perde, ma è ancora più vero che quando si accarezza la vittoria per ventitré centesimi di secondo – diciamo la verità: neanche un battito di ciglia – quella la si vive come una sconfitta, perfino insopportabile. Stavolta Vincenzo Nibali ha festeggiato e Tom Dumoulin ha spiegato. Gli 8 km e 600 m nel cuore di Pest e poi in...
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08
Mag

SenzaGiro: si aprono le danze

I CORRIDORI DEL SENZAGIRO Budapest, 8 maggio 2020 dal nostro inviato Giovanni Battistuzzi Immagine di copertina di Riccardo Guasco   Quando Italo Svevo salì sul treno per tornarsene a Trieste, guardò per l’ultima volta quella parte orientale dell’Impero che l’aveva accolto per qualche mese. Non si sentì particolarmente dispiaciuto nel lasciarla. Appuntò nel suo taccuino solo tre parole: Budapest sa attendere. Non aggiunse altro. D’altra parte, quando vogliono, i triestini sanno essere essenziali, quasi ermetici. La cosa strana è che pure Ferenc Molnár, mentre ripensava alla sua città nell’appartamento d’esilio di New York, arrivò alla stessa conclusione: Budapest sa attendere. In questo caso il contesto c’è, riguarda l’occupazione nazista della capitale ungherese. Tutto è insomma molto più chiaro. Tom Dumoulin...
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